Apice della serie e frutto del sodalizio di arte e scienza, Ecstasy è un piccolo capolavoro d’ingegneria nato dalla volontà di sperimentare nuove tecniche costruttive, ottenere inediti disegni, generare un equilibrio autentico e perfetto. Il tiglio è l’unica essenza di cui è composta, lo stesso tiglio che a inizio giugno fiorisce inebriando col suo profumo intenso tutto il centro della città dove ho abitato per dodici anni, Parma: questo evento segna l’inizio dell’estate e, per me, anche il compimento di un nuovo anno. L’impugnatura di questa bacchetta è formata da un assemblato di vari segmenti dipinti a mano e successivamente lavorati; la punta, sempre in tiglio e poi verniciata, prende vita dal fondo sul quale è visibile come capolino del fiore che vi si forma attorno: tanti petali che, risalendo verso la punta, si allungano per poi ricongiungersi attorno ad un anellino color rame. Il bilanciamento di questa bacchetta, lunga 38 cm, è al centro, e non vi sono altri elementi che la compongono oltre al legno: un elogio della proporzione e dell’armonia. Ecstasy è la bacchetta che c’è ma non stanca, è salda ma mai di peso e accompagna il gesto come un naturale prolungamento del braccio. Non vi stancherete mai di ammirarla e di tenerla in mano. Collezione privata. Se apparentemente il suo nome sembra riferirsi alla forma non convenzionale dell’impugnatura e al singolare colore della punta, questa bacchetta reca in sé una riflessione profonda sulla valenza evolutiva che quest’azione ha per l’individuo e per la collettività. Trasgredire significa agire al di là delle convenzioni, oltrepassare i limiti imposti da una norma; come scrive Galimberti: “ciò verso cui la Trasgressione si scatena è il limite che la incatena”. Molte grandi scoperte, molte opere mirabili sono venute alla luce grazie all’infrazione di una norma e molti diritti sono stati conquistati. È meravigliosamente e naturalmente questo ciò che facciamo da secoli e che continuiamo a ripetere, fintanto che ciò che ci sembrava proibito, inammissibile, insolito si trasforma in possibile stimolante e poi… normale. Sì, siamo noi i trasgressori della direzione d’orchestra: le donne che studiano e decidono di intraprendere questa carriera ma anche i direttori artistici che le scritturano, tutti gli uomini e le donne che scelgono di accoglierci e di riconoscere la nostra rilevanza anche in questa veste. Ci saranno sempre delle caratteristiche peculiari proprie di ciascun genere e credo che questa diversità sia un valore da preservare, non più un prezzo da pagare. La norma che stiamo trasgredendo è quella che ci costringe in una scala di giudizio in cui l’unità di misura è il genere e non il valore artistico intrinseco nella nostra persona. Transgression non è solo una bacchetta, è un simbolo che ho scelto di creare come omaggio alla nostra azione quotidiana e costante, guardando avanti e sapendo, come insegna la Storia, che questa è già la strada per un grandioso progresso. Collezione privata.